SISSA-TRECASALI
L’attuale configurazione del paese quasi si identifica, a distanza di secoli, con quella del lontano passato. Infatti la connotazione morfologica e anche icnografica, per quanto riguarda il tessuto urbano e viario all’interno del centro storico, è in tutto simile al rilievo topografico del primo Ottocento. La sua immagine ci viene puntualmente tramandata da un prezioso documento delineato dall’ing. Ferdinando Cocconcelli nell’agosto del 1803.
L’insediamento abitativo è contenuto entro un perimetro murato, dove spiccando in spazi autonomi il centro civico dominato dalla Rocca e quello religioso dominato dalla Chiesa parrocchiale. Questa netta separazione di due caratteristici luoghi deputati a svolgere funzioni diverse, mette in luce uno dei tanti aspetti più antichi del centro abitato di Sissa, che nell’età comunale differenzia nettamente le funzioni laiche da quelle religiose. Ci si trova di fonte a un “borgo” medievale, dove il nastro quasi continuo delle case, che seguono perfettamente l’andamento della cinta murata, rappresenta una invalicabile anello di sbarramento per chiunque provenga dall’esterno. All’interno gli edifici si sviluppano facendo perno su un vastissimo piazzale razionalmente denominato “Piazzola”.
Agli albori dell’Ottocento, sul lato Nord sussisteva ancora un doppia porta dotata di portone in ferro, incorporata nelle mura, per sbarrare l’accesso al paese nelle ore notturne. La strada principale, oggi denominata Via Matteotti, che corre in direzione Est-Ovest e che nelle due direzioni cardinali porta al Po e al Taro, si infittisce di abitazioni in una periodo storico non facilmente precisabile, ma che con molta probabilità si è sviluppato tra il Seicento e il Settecento. Nel segmento “urbano” della strada si affaccia il lungo nastro delle abitazioni, dove un tempo emergevano, in netta sporgenza rispetto al filo delle case, due eleganti strutture settecentesche, collegate da un portico continuo di notevole pregio artistico. Si tratta dei noti “traghetti”, l’ultimo dei quali è stato sprovvedutamente abbattuto in tempo relativamente recente.
Come tanti altri centri della Provincia, Sissa ha subito , dal primo dopoguerra in poi manomissioni. Resta però quasi intatta l’antica configurazione urbanistica ed in gran parte anche quella architettonica del paese. Sissa, ai giorni nostri, trova nella Rocca dei Terzi il suo simbolo più prezioso.
(Tratto da www.comune.sissatrecasali.pr.it)
ROCCABIANCA
Il Comune di Roccabianca è situato nella zona settentrionale della Provincia di Parma.
Dista circa 30 chilometri da Parma, il suo territorio si trova a 32 metri sul livello del mare. Roccabianca è una zona d'acqua, estesa in quel lembo di pianura alluvionale alla destra del "Grande Fiume" (il Po), racchiusa tra i torrenti Stirone e Taro. Caratteristica borgata di lontane origini romane, Roccabianca ha per simbolo la monumentale "Rocca" quattrocentesca eretta da Pier Maria Rossi per l'amata Bianca Pellegrini.
Di fronte al Castello si apre l'antica "Piazza del Mercato", oggi Piazza Minozzi, settecentesca struttura a portici con pianta a ferro di cavallo. Sulla piazza a fianco (Piazza Garibaldi) si affaccia la Chiesa Parrocchiale dedicata ai Santi Bartolomeo e Michele, risalente al XVI secolo e restaurata nel XVII. Roccabianca ha dato i natali a Francesco Luigi Campari, storico autore di "Un castello del Parmigiano attraverso i secoli", pubblicato a Parma nel 1910 e a Giovanni Voltini, pittore e scenografo, singolare artista giramondo, che partito dalla sua terra, arrivò prima a Napoli e poi a Buenos Aires, ritornando poi a Parma nel 1913 per le Celebrazioni Verdiane, collaborando al Teatro Regio alle scenografie di "Un Ballo in Maschera" e "Aida".
A Nord Ovest del Capoluogo, a ridosso del fiume Po, si incontra Ragazzola, un piccolo paese nel cui territorio il ponte sul grande fiume (ponte Giuseppe Verdi) congiunge la riva parmense a quella cremonese. Di interesse la Chiesa dedicata a San Pietro, edificata nel XVII secolo e la "Corte delle Giare", ultimo possedimento dei Pallavicino. A Nord, stretto in un abbraccio quasi materno dall'argine maestro del Po, sorge Stagno, antico paese il cui paesaggio è caratterizzato da pioppeti, saliceti e suggestivi scorci sull'acqua del Fiume. La sua chiesa, dedicata ai Santi Cipriano e Giustino, custodisce opere del 'Seicento e del Settecento.
Anima silente del Comune di Roccabianca è comunque il Po. Ora pigro e quasi assonnato, ora maestoso, ora impetuoso e terribile, sa affascinare chi ama la natura: il guizzo di pesci argentei, i fagiani e le lepri che animano il folto dei boschi, i tartufi nascosti negli argini, i funghi che nascono dalle ceppaie delle gaggie e dei pioppi. E quando dalle sue acque si levano le prime nebbie, si possono apprezzare scorci, prospettive e suggestioni che difficilmente possono essere scordati.
(Tratto da www.comune.roccabianca.pr.it)
POLESINE- ZIBELLO
II Comune di Polesine Zibello è situato nella bassa pianura padana ad una distanza di circa 35 km da Parma, da cui amministrativamente dipende, a 27 km da Cremona e a 30 da Piacenza. Sul suo territorio, totalmente pianeggiante, di circa 26 kmq., vive una popolazione di poco più di 3.000 abitanti. Come tutti i paesi posti lungo il grande fiume è caratterizzato da un fìtto reticolo di canali e strade che ha assunto l'aspetto attuale attraverso un processo di lunghissima, ma imprecisabile durata. Su di esso hanno profondamente inciso sia la colonizzazione romana sia l'opera degli agenti naturali, primo fra tutti il Po, lungo i cui paleoalvei corrono numerose strade e canali. Il clima è quello tipico della Pianura Padana e delle zone rivierasche del Po: freddo d'inverno, caldo d'estate, con una forte umidità presente tutto l'anno che accentua ancora di più gli effetti degli sbalzi termici annui. Le coltivazioni sono di tipo intensivo, e riguardano principalmente mais, orzo e frumento, barbabietole, pomodori; grandi sono le estensioni dei prati, che garantiscono il foraggio per le piccole e medie stalle degli allevatori locali. I paesaggi più gradevoli, ricchi di fascino e coinvolgenti per chi vi si avventura, sono quelli del Grande Fiume, dei suoi argini, delle sue anse e lanche, dove flora e fauna tipiche ancora sopravvivono pressoché indisturbate. Reperti archeologici e dati d'altra natura testimoniano l'esistenza, nel territorio di Polesine Zibello, di insediamenti d'epoca preromana e romana (ad esempio, tracce della centuriazione).La vera e propria sua storia ha però inizio nel Medioevo, per tutta la durata del quale esso rimase legato a Cremona. Dal IX secolo almeno fino a tutto il XIV fu Pieve il centro della circoscrizione amministrativa e religiosa abbracciarne, oltre l'attuale Comune di Zibello, anche i territori di Ragazzola e S. Croce.
Pieve fu infeudata, tra X e XI secolo, dal Vescovo di Cremona, alla famiglia di origine bergamasca dei da Bariano e successivamente a quella dei da Sommo, che vi dominarono poi a lungo. Essa raggiunse il massimo della sua autonomia e della sua potenza nella prima metà del secolo XIV, quandoGregorio Sommi, suo signore, mostrò di poter trattare da pari a pari col Comune di Cremona, che, nel 1330, gli riconobbe il diritto di controllò della sponda destra del Po dal Taro all'Arda.
(Tratto da www.comune.zibello.pr.it)